Ovvero: come fare i bagagli e lasciarsi tutto alle spalle (di nuovo, ma stavolta per amore!) senza mai trovarsi a pensare d’aver fatto una cazzata

Wednesday, April 26, 2006

Ouch!

Da ieri combatto una lotta impari col solito sospetto, il dente del giudizio.
Vince lui.
Ho passato la notte in bianco e, nel buio, ho preso la fatidica decisione: ti estirpo, maledetto. Non appena gli antibiotici cominceranno a fare il loro dovere (ma cominceranno?) e saro' di nuovo in grado di aprire la bocca, portero' me stessa dal dentista, che lo voglia oppure no.
E ti faccio estirpare. Per sempre. Für immer!

Me ne vado a letto, sono a pezzi. A tutti buona giornata, che possa essere migliore della mia.

Monday, April 24, 2006

Primavera a Mannheim


E' ufficiale: anche a Mannheim e' primavera! Le immaginni lo dimostrano, posso garantire che non si tratta di un fotomontaggio! Da venerdi' scorso si puo' anche tranquillamente uscire senza giacca, ripeto: senza giacca.
E' stato un piacevole fine settimana. Sabato abbiamo preso uno Yufka Döner e ce ne siamo andati in ufficio a vederci "Spanglish". In ufficio, perche' il socio di Sean ha comprato un beamer e guardare un film con questo coso e' praticamente come essere al cinema. Si, un po' come quando ero piccola e si guardava il filmino con il proiettore. Solo un filino piu' tecnologico!
Lo Yufka Döner, invece, e' la mia nuova mania gastronomica. E' il classico Kebab - carne speziata, slasa di yogurt - ma anziche' nel solito panino, ti viene avvolto nel "Pide", il classico pane piatto molto simile alla nostra piadina. Abbiamo scovato un posto in cui il Pide viene preparato al momento, e il sapore di questo panino, ragazzi, e' paradisiaco. Prometto foto a breve!

Ieri invece siamo andati al Luisenpark (nella foto), che e' un bellissimo parco proprio in citta'. Ci siamo sdraiati sul prato a leggere e a goderci i 4 raggi di sole concessi dal cielo grigio, ma stavolta non grigio topo. Io col mio libro di tedesco, Sean con i suoi vari C++ e altre robe strane da programmatore.
Ho comprato dei libri di tedesco per autodidatti. Dopo l'ennesima buca del mio insegnante, che avevo contattato un paio di settimane fa', ho deciso che faccio da sola. Ce la posso fare, con un po' di metodo, di costanza e con l'aiuto di Sean e di un amico che mi dara' una mano con la grammatica. Intanto la sera si comincia a parlare tedesco, in casa. Ci facciamo anche un sacco di risate, perche' tiro fuori un bel po' di strafalcioni, ma sono determinata e imparero'!
Spero.

Wednesday, April 19, 2006

So' mag'!

Ieri notte ho sognato che io, mia sorella e altre persone che non conoscevo, restavamo bloccati per ore in una teleferica, sospesi in aria sopra un lago in una citta' straniera.
Stamattina, su Repubblica online, leggo questo: 69 persone sono rimaste bloccate in una teleferica a New York.
Oddio, c'ho i poteri!!!

Tuesday, April 18, 2006

Mood

Avevo scritto un post sulla Pasqua tedesca, ma ora non ho piu' voglia di pubblicarlo.
Questa e' una di quelle giornate in cui te ne staresti tutto il giorno sotto il piumone, tirando fuori una mano giusto per prendere il telecomando e nulla piu'.
Causa struggente sms da parte dei miei genitori, aggiungo anche enorme crisi nostalgica e umore grigio. Non nero, grigio.

Non si puo' avere tutto, il pacchetto completo non posso permettermelo. Quindi mi tiro su le maniche e cerco di fare grandi sorrisi ad una giornata storta. E mi consolo con l'ascolto ripetuto di questa canzone:

[...]
Oh - once in your life you find someone
Who will turn your world around
Bring you up when you’re feeling down

Yes - nothing could change what you mean to me
Oh there’s lots that I could say
But just hold me now
Cause our love will light the way

Baby you’re all that I want
When you’re lying here in my arms
I’m finding it hard to believe
We’re in heaven

And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn’t too hard to see
We’re in heaven

I’ve been waiting for so long
For something to arrive
For love to come along

Now our dreams are coming true
Through the good times, through the bad
Yes - I’ll be standing there by you

You're all that I want, you're all that I need
(Heaven - Bryan Adams)

Tuesday, April 11, 2006

Ma non più di uno!

Da parecchie settimane, ormai, mi scontro con l'idea della gravidanza. Dove mi giro vedo pancioni, senza contare passeggini, carrozzine e senza contare le richieste della mamma che ogni tanto butta lì, con estrema disinvoltura, la fatidica domanda: "Ma voi non ci pensate a un bimbo?".
La verità è che, no, io non ci penso affatto, al bimbo. Se dipendesse da me soltanto, io di bimbi non ne avrei mai. Potrei stare qui ad elencare una lunga serie di falsi motivi, ma la pura verità è che ho una paura fottuta di fare un figlio. E non solamente nell'atto fisico della cosa, che pure mi terrorizza non poco, ma anche e soprattutto perché ho paura di fare la madre. Perché tra le innumerevoli qualità di cui la natura non mi ha dotato, spicca senz'altro il senso materno. Io non ne ho neppure un briciolo, nemmeno una vaga ombra. Zero.
Sarei una madre pessima, permissiva al punto da farmi odiare, cuore di panna che si scioglie al minimo capriccio e con una scarsissima dose di pazienza.

Ora, il punto è uno e magari sarà banale, ma devo purtroppo ammettere che nelle ultime settimane, da quando appunto ho cominciato ad essere pedinata dai pancioni, ho iniziato a sentire quelli che credo siano i rintocchi del mio orologio biologico. Il mio bastardissimo e invadente orologio biologico credo - CREDO - abbia cominciato a scandire nitidamente il suo ticchettìo.
Una vocina alla mia destra mi dice: "fregatene, ignora il bastardo ticchettìo, pensa a tutte le cose che non potresti più fare con un fagottino a carico". La vocina alla mia sinistra, invece, dice pressappoco così: "ascolta, fermati un momento, metti radici, immaginati fra 20 anni, pensa a tutte le cose che potresti fare con un fagottino a carico".

Dunque, la situazione è più o meno questa. Diciamo che non sono ancora convintissima, ma mi sto ammorbidendo riguardo all'argomento.
Con Sean da un po' se ne parla ed io so bene come la pensa lui. Lui di bimbi ne vorrebbe tanti, una famiglia numerosa è un suo grande desiderio. Lui dice cose tipo "più siamo, meglio è" oppure "meno di 5 non è nemmeno una famiglia".
Io gli ho fatto chiaramente capire che è pazzo e gli ho altrettanto chiaramente specificato che "there can be only one". Gli ho detto proprio così.
Al che lui si è messo in testa che, se sarà un maschio, lo vuole chiamare Connor MacLeod.
Insomma, è chiaro l'incubo in cui vivo?

Monday, April 10, 2006

Primavera Teutonica

Sabato è stata una bella giornata. C'era il sole, incredibile ma vero, e faceva pure quasi caldo.
O forse era un condizionamento psicologico che impedisce al mio corpo di sentire freddo l'8 di aprile! Non saprei.
Fatto sta che ormai in Germania è primavera. Non ha alcuna importanza se ci sono ancora 8 gradi, come oggi. Bar, ristoranti e gelaterie hanno già messo i tavolini fuori e i tedeschi smettono di ordinare espressi e cappuccini, dandosi inesorabilmente a ricercatissime coppe di gelato.

L'atteggiamento "ormai-è-quasi-estate" è condiviso praticamente da tutti e l'atmosfera è completata da scarpe aperte e maniche corte, che rivelano però l'immancabile pelle d'oca.
Io ero uscita per una giornata di shopping con Barbara, la ragazza italiana che ho conosciuto qualche settimana fà e la nostra identità italiana era facilmente svelata dai nostri cappottini, pecore nere infagottate tra centinaia di abiti a fiori scollati!
E' stata una giornata piacevole, mi mancava fare shopping e chiacchierare saltando di palo in frasca con un'amica. Andare per negozi qui, poi, è una meraviglia: zona pedonale, negozi e grandi magazzini di ogni genere e soprattutto prezzi abbordabili, cosa ormai quasi dimenticata in Italia.

Ora sono in trepidante attesa dei risultati delle elezioni. Tengo le dita incrociate, ma sono anche molto fiduciosa. Gli italiani non possono farsi infinocchiare un'altra volta, non possono.

Friday, April 07, 2006

Domanda:

Qualcuno sa dirmi perché gli speaker del TG1 parlano a intermittenza?
Ce n'è uno in particolare, Giorgino, che ci calca davvero la mano con questa cosa.
Detesto quelle pause tra una parola e l'altra, è davvero sgradevole.

Thursday, April 06, 2006

Malanni di Stagione

Da quando sono tornata dal Portogallo, soffro di quella strana malattia che posso definire "malinconia acuta post-viaggio", ossia l'incontrollabile desiderio di ripartire subito.

Si manifesta con sintomi inequivocabili:
  • pane, burro e marmellata al risveglio, nel disperato tentativo di ricreare la colazione in albergo.
  • La consultazione spasmodica di Bookings.it, il sito con cui da anni prenotiamo tutti i nostri alberghi.
  • La ripetuta visione di TUTTE le foto fatte in vacanza e la fotocamera in borsa anche se vado solo al supermercato.
  • L'impossibilità - nel vero senso motorio del termine - di buttare via scontrini, biglietti di autobus, buste del supermercato portoghese, la lattina vuota di tonno "Vasco da Gama" comprata a Lisbona, catalogando tutti i suddetti articoli come preziosi "ricordi".
  • Stampare l'estratto conto della Deutsche Bank per vedere dove potremmo andare con un budget di 400 euro solamente. Non molto lontano, purtroppo.

  • Ma in ogni caso, bisognerà aspettare l'autunno.
In questi giorni mi sto dedicando con gioia alla mia grande passione: la cucina.
Involtini con prosciutto affumicato e spinaci, pollo al curry, focaccia al prosciutto cotto e emmenthal, risotto ai carciofi, plum cake salato, polpettine di pesce - solo per citarne alcuni. Sembro decisamente Nonna Papera, ma cucinare è la cosa che mi da più soddisfazioni.
Devo solo distogliere il pensiero dalla mozzarella. Sto in crisi d'astinenza da mozzarella, come faccio?

Monday, April 03, 2006

Sperrmüll - ovvero: le mille facce dell'immondizia tedesca



Originally uploaded by Eulinx.
Dopo stavolta, basta parlare di immondizia, lo prometto. E' solo che non posso esimermi, visto che ieri, nel nostro quartiere, è stata la giornata dello Sperrmüll.

Due volte l'anno, una in primavera e una in autunno, in Germania hai la possibilità di liberarti di tutti quegli oggetti che ti stanno un po' sulle scatole o che ti ingombrano scaffali e sgabuzzini.
Così ti capita di affacciarti alla finestra e vedere, parcheggiate sui marciapiedi, piccole montagne di vecchiume altrui: vecchi televisori, lampade, stendini, ma anche lavatrici, poltrone, divani, sedie, quadri. La gente se ne disfa e chiunque è libero di adottare gli oggetti abbandonati, prima che passi la Nettezza Urbana il giorno successivo.
La cosa può certo sembrare squallida, ma a volte può farsi interessante, perché non è detto che ciò che tu trovi "out" faccia anche a me lo stesso effetto. Ed ecco che la sorella di Sean, ad esempio, grande appassionata di arredamento anni '60, trova nella giornata Sperrmüll una buona opportunità e sfoggia in casa sua splendidi esempi di lampade e mobili dell'epoca in perfetto stato di salute. Gratis.

A rovistare nei mucchi ci trovi un po' tutti quelli del tuo quartiere. Gli studenti universitari sono i più curiosi e quelli che si portano via praticamente di tutto. Poi ci sono quelli che arrivano con i camioncini dai Paesi dell'est - Bulgaria, Romania- che si portano via le cose più ingombranti tipo i divani e le lavatrici e che tagliano via i cavi degli elettrodomestici, pare per rivenderne i fili di rame (mistero per me che un monitor per pc funzionante valga meno del suo cavo elettrico!).
Però ci sono anche coppie giovani e non giovani, gente comune e ben vestita, come quella che ieri, 2 minuti netti dopo averla lasciata, si è portata via la nostra vecchia, vecchissimissima macchina per la pasta, marca Bialetti, regalatami da uno zio prima che partissi per la Germania. Spero che riusciranno a farla funzionare, perché noi non ci siamo riusciti!

Insomma, è una specie di mercatino delle pulci proprio sotto casa. Questa volta, come si può vedere nella foto, la gente non ha buttato via molte cose e questo credo sia perché, a causa dello sciopero della nettezza urbana, la giornata Sperrmüll era stata sospesa. Proprio l'altro ieri, però, i netturbini hanno deciso di continuare lo sciopero cercando però di arrecare ai cittadini il minor danno possibile e hanno ricominciato a prelevare la spazzatura. Non ho ancora ben capito come funzionerà nei prossimi giorni, ma credo che si tornerà pressappoco alla normalità.

Oggi ne avrò la conferma andando al supermercato e chiedendo i sacchi gialli, la cui distribuzione fino alla settimana scorsa era stata sospesa.
I sacchi gialli sono quei sacchetti per i Tetrapack e tutti quegli imballaggi che riportano il marchio "Der Grüne Punkt". Due parole su questo le voglio spendere, perché l'idea del riciclaggio in Germania è grandiosa. Questo marchio viene applicato agli imballaggi di un innumerevole quantità di prodotti e dà al consumatore la garanzia del ricilaggio. Sono le compagnie stesse che ne pagano i costi, sia per la raccolta dei rifiuti che del riciclaggio stesso. Tutto questo porta alle aziende produttrici un minor costo per gli imballaggi e al consumatore una diminuzione dei prezzi che negli anni è consistente. Un Tetrapack di latte in Germania, infatti, costa notevolmente meno che in Italia, per esempio. Tutto quello che si chiede al consumatore è di dividere i prodotti che riportano questo marchio da quelli che non ce l'hanno. E sono pochi, credetemi, perché per le aziende questo marchio è anche un pregio.

I tedeschi sono molto sensibili al riciclaggio e, non a caso, la nettezza urbana ti manda a casa ogni anno un calendario con le date stabilite per le raccolte differenziate. I sacchi gialli vengono raccolti 2 volte al mese in giorni precisi e possono essere lasciati sui marciapiedi dal giorno precedente. Le campane per il vetro sono divise per colore, il vetro verde non può essere gettato nella campana del vetro bianco. Le bottiglie di plastica - acqua, birra, coca cola, ecc. - , oltre al prezzo del prodotto, le paghi 0,25 centesimi, che ti vengono restituiti quando porti i vuoti indietro. Le lettere della banca, del comune, dell'ufficio delle tasse, sono esclusivamente di carta riciclata. Puntiglio tedesco? Forse si, ma preferisco così.
Quando a Roma sono andata a vivere da sola, ho dovuto buttare via un bel po' di roba da quella che era stata casa di mia nonna. Diligentemente, avevo separato la plastica dalla carta e l'avevo poi portata alla discarica dove, trattenendo a stento una risata, l'addetto aveva poi gettato tutto dentro un unico scomparto confessandomi che per loro non c'è distinzione.
"Vabbe', continuiamo così, facciamoci del male", diceva Nanni Moretti nel film "Bianca".
E scusatemi il post lungo!

 
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