Lisbona - parte II

Dunque, si diceva del Portogallo.
Domenica abbiamo preso il treno alla stazione di Sete Rios e con un biglietto da 3 euro (andata e ritorno) siamo andati a Sintra. Piccolo appunto sui mezzi pubblici portoghesi: sono efficienti, puntuali, moderni e organizzati. E, cosa non da poco, puliti.
Sintra dista da Lisbona circa 30 minuti in treno. E' una cittadina piccola e deiziosa, dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Dalla stazione abbiamo poi preso un autobus per Cabo da Roca, il punto più occidentale del continente europeo che io volevo assolutamente vedere. "Il luogo doce la terra finisce e il mare comincia", è un precipizio di 140 metri sull'Oceano Atlantico, dove il vento soffia in maniera violenta e la vista toglie il fiato. Tra l'altro si trova nel Parco Naturale di Sintra ed è contornato da magnifiche piante grasse e fiori insoliti. Da vedere.
Sean non voleva, ma io sono andata nell'ufficio turistico e mi sono anche fatta fare il certificato! Per 5 euretti, l'impiegato comunale ti redige una pergamena che attesta, con nome e data, la tua presenza nel punto più occidentale d'Europa. Una vera chicca per turisti, ma del resto è quello che siamo!

Ritornati alla stazione si Sintra, abbiamo preso un altro bus, stavolta diretti al Palacio da Pena.
Il castello era residenza estiva dei sovrani portoghesi e fu fatto costruire dal re Ferdinando II sul modello dei castelli mitteleuropei nei primi dell'800. Si trova sulla cima della catena montuosa di Sintra e arrivarci ti fa venire i brividi, per via delle stradine ripide e strette. L'ingresso al castello e al parco che lo circonda costa 6 euro, più 1,50 per il mini bus che ti porta proprio in cima, davanti all'entrata. Sono soldi davvero ben spesi, perchè questo posto sembra uscito direttamente da una fiaba dei fratelli Grimm. Forse ancora di più ha fatto a noi questo effetto, avendolo trovato avvolto da grosse nubi grigie per tutto il tempo della visita.
Le stanze sono ricostruite minuziosamente con gli oggetti originali appartenuti alla famiglia reale. Gli ambienti sono sfarzosi e kitsch, e hai la sensazione che gli abitanti del castello siano usciti solo per qualche minuto. La tavola apparecchiata, le camere da letto ordinate, lo scrittoio con penna e calamaio, le cucine con i pentoloni e tutti gli utensili sui tavoli.
Le guide dicono che si gode una vista spettacolare e unica da quassù, ma questo io non lo posso confermare per via del nuvolone grigio di cui parlavo. Sembra inoltre che re Ferdinando II fosse
un appassionato di esoterismo e che il castello sia pieno di segni e simboli esoterici. Beh, un paio ne ho visti, per gli altri non saprei, non sono una grande esperta.
Insomma, quella passata a Sintra è stata una giornata tra le più belle. Segue poi il solito baccalà in quantità industriali e un memorabile arroz de mariscos, che il proprietario del ristorante mi ha guardato incredulo quando ha visto che l'avevo finito tutto. Il cibo portoghese è superbo.
Si, insomma, poi un po' di vetrine e di nuovo un giro per il centro. Parlavo di zone povere nel post precedente. Più che altro mi riferivo al posto che abbiamo visto sabato pomeriggio, Cacilhas, sulla riva opposta del Tago rispetto a Lisbona. Volevamo andare a Ponto Final, un bar ristorante che si trova proprio alla fine di una stradina sulla costa e oltre il quale c'è solo acqua. Camminando su questa strada ho visto case diroccate ma abitate, condizioni di inagibilità preoccupanti, a mio avviso. Insomma, povertà davvero estrema. Mi è sembrato un posto dimenticato dal mondo e mi ha lasciato tanta amarezza.
Inoltre, lo sguardo non del tutto amichevole degli abitanti fisso su di noi non mi ha proprio rilassato e ho avuto davvero paura a tornare indietro, visto che ormai era anche sera.
In conclusione, Lisbona e' da vedere e mi e' davvero dispiaciuto dedicarle cosi' pochi giorni. Mi tocchera' tornarci, per forza!
Per saperne di piu' , qui e qui trovate qualche informazione.
E poi, siccome sul blog non posso pubblicarle tutte, QUI ci sono anche alcune delle nostre foto.