Eins, Zwei, Polizei!
Sean venerdì è tornato dal lavoro verso le 18.00 e ci siamo messi in macchina quasi subito. Fino a poco prima di Eindhoven, però, c’è stato un traffico pazzesco e quindi, alla velocità di crociera di un bruco anziano, siamo arrivati al confine con
Ora, tutti i tedeschi sanno che, una volta passato il confine olandese, hai tipo 5 probabilità su 10 di essere fermato dalla polizia. Non è una leggenda metropolitana, a tutti i nostri amici è capitato e mi sembrava proprio strano che noi non avessimo ancora avuto il piacere di fare due chiacchiere con
E, come volevasi dimostrare, a poco più di un chilometro dalla vecchia frontiera, ci sorpassa un’auto scura, mentre un’altra ci si piazza proprio dietro. Quella davanti a noi poi accende i segnalatori sul lunotto posteriore – una scritta luminosa rossa che dice “polizia, accostare” – e ci tocca fermarci alla vicina stazione di servizio per il controllo di rito.
Il motivo del controllo è scontato: se vieni dall’Olanda può essere che, invece dello zoccolo di legno o dei bulbi di tulipani, hai pensato che come souvenir era meglio un chilo e mezzo di marijuana. Noi non avevamo nulla, ma io non so perché, mi innervosisco sempre per i controlli stradali e in genere mi impappino da morire.
Scendo dal posto di guida solo quando il poliziotto si avvicina e mi apre lo sportello. Mi chiede i documenti e, mentre li prendo dalla borsa, mi chiede anche dove abito. A quel punto io comincio una serie infinita di “ehhhm….ehhhmmm”, al che lui fa un'espressione strana e gli leggo in faccia che pensa “Questa qua o è completamente stupida, oppure nasconde qualcosa” .
Finalmente mi esce fuori qualche parola, ma forse era meglio se stavo zitta. Gli spiego, in un orrendo miscuglio di tedesco e inglese, che la situazione al momento è un po’ confusa. Che sono residente a Roma, ma domiciliata a Mannheim e che veniamo da Amsterdam perché il mio fidanzato tedesco vive e lavora lì.
La sua faccia si incupisce sempre di più; e più lui si insospettisce, più io divento nervosa.
Butto un occhio su Sean dall’altro lato della macchina. Sta intrattenendo una piacevolissima conversazione con la poliziotta (biondissima, carinissima e magrissima, n.d.r.) e ridono amabilmente senza che io riesca a capire perché. Lei nel frattempo ha controllato via radio i nostri documenti e a Sean ha già riconsegnato la carta d’identità.
E la mia, invece??
Il poliziotto, intanto, mi fa aprire il bagagliaio e, con l’ausilio del collega, che sembra il fratello di Lerch, comincia a frugare nella nostra borsa da viaggio. Nel bagagliaio trova anche le vecchie targhe italiane della macchina. Le tira fuori e guarda Lerch, insospettito.
Spiego che fino a giugno la macchina era ancora immatricolata in Italia e quelle sono le vecchie targhe che la motorizzazione di Mannheim ci ha ridato. Silenzio.
Mi chiede se trasporto sostanze illegali, o anche solo una canna. Gli dico di no.
No, non lo faccio (aspetta, i
Poi si siede al posto di guida e fruga un po’ qua e là. Sul cruscotto è pieno di vecchi biglietti del parcheggio. Uno è di fine settembre. Lui e Lerch li analizzano minuziosamente e parlottano sottovoce, credo per non farmi sentire – come se li potessi capire, magari! L’unica cosa che riesco a carpire è che trovano assai strano che il biglietto sia di settembre. Mi chiede perché conservo i vecchi biglietti. E qui mi girano davvero le palle.
Ho freddo, sono stanca e ho ancora 3 ore di macchina davanti prima di arrivare a casa.
E pensare che, prima di uscire da casa, glielo volevo chiedere a Sean se faceva una cannetta da portare via...
La parola di oggi è hond - cane
2 Comments:
Cosa ci(ti) sei andata fare in Olanda, senza fissa dimora? eh, la prossima volta direttamente in Siberia!
Paka Rago
8/11/05 10:11 pm
No, pietà, basta traslochi!!!
; )
9/11/05 5:56 pm
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