Ovvero: come fare i bagagli e lasciarsi tutto alle spalle (di nuovo, ma stavolta per amore!) senza mai trovarsi a pensare d’aver fatto una cazzata

Thursday, September 22, 2005

Vagabondo che non sono altro

Siamo tornati a Mannheim ieri sera per sistemare alcune faccende e anche per dedicarci questo lungo fine settimana. In fondo non ci siamo visti per tre mesi, direi che ci meritiamo un po´di tempo per noi. E´così bello essere a casa dopo tanto tempo e riavere possesso di tutte le mie cose.

L´appartamento di Amsterdam Sean lo divide con altri 3 colleghi, uno dei quali è arrivato proprio l´altra notte dall´America. Ha solo 19 anni e non è difficile immaginare quanto possa essere travolgente per lui l´impatto con una città come Amsterdam: nel giro di poche ore si ritrova in un Paese dove alcol, fumo e sesso (a pagamento) sono assolutamente legali, anche alla sua età. Era talmente euforico che ieri sera è tornato dal supermercato con una confezione da 12 bottiglie di birra. Impensabile, nel posto da cui proviene. Ne parlavamo con Sean, mentre tornavamo in Germania e pensavamo che forse non tutti sopravviverebbero a tanta libertà posta su un piatto d´argento. Amsterdam è una città libera e tollerante, ma pretende consapevolezza e autogestione. Qualità rare a 19 anni.

L´appartamento, comunque, è davvero bello, su due piani, con 4 camere da letto, un salone e sala da pranzo, 2 bagni e balconi vari. La prima cosa che ti colpisce delle case olandesi sono le scale: sono solo un filo meno ripide di una scala a pioli. La sera che sono arrivata, con le mie due valigie da una tonnellata ciascuna (a proposito, niente eccedenza bagaglio, fiuuu!!), ho rischiato qualche frattura multipla, perchè le scale sono - non scherzo - praticamente verticali!
La seconda cosa che ti colpisce è la pressochè assoluta mancanza di tende alle finestre. Anche in Germania le tende non sono popolarissime, ma non a questi livelli. In questi giorni mi è capitato di camminare per la srada e trovarmi praticamente faccia a faccia con gente che cenava: è imbarazzante.
Loro, comunque, non sembrano dare alla cosa molta importanza.
Io, naturalmente, devo imparare a non curiosare nelle case altrui, ma non è sempre facile. Specie quando il tizio che ti abita di fronte è biondissimo e carino da morire ed esegue quotidianamente uno strip (involontario!) la sera quando torna dall´ufficio.

Sabato mattina Sean mi ha portato a fare colazione in un caffé sulla spiaggia, a circa mezz´ora di macchina da Amsterdam. Durante il tragitto, una serie infinita di fattorie e prati pieni di mucche al pascolo. Una marea di mucche, tante che ti viene voglia di un bicchierone di latte.
E poi i mulini a vento, i ponti e tratti di strada in cui ti giri e vedi chiaramente che l´acqua del canale che stai costeggiando è più in alto di te di un paio di metri. Il tutto in un paesaggio innaturalmente pianeggiante, in cui l´orizzonte è lontanissimo e i campi sono color smeraldo.
Mi sono entusiasmata come una bimba in gita scolastica, continuavo ad indicare a destra e sinistra, senza sapere dove fermare lo sguardo. E la conclusione è che l´Olanda mi piace tantissimo. Mi ha già conquistata e senza il minimo sforzo.

Ho ancora molto da raccontare, ma per oggi mi fermo qui.
Per chi fosse curioso, qui ci sono alcune foto (poche, a dire il vero!) degli ultimi giorni.

Le parole di oggi: melk - latte e fiets - bicilcletta. Per quest´ultima e il ruolo che ricopre nella vita degli olandesi, ci vuole un capitolo a parte, naturalmente.

1 Comments:

Blogger pinklady said...

...posso immaginare l'americanino 19enne ad Amsterdam: io a quell'età sono stata qualche giorno a Praga, la Praga pre-alluvione e post-comunismo (!)...già lì avevo difficoltà a contenermi, venendo da una famiglia repressiva...ehhhh!
un bacio e viva le avventure!

23/9/05 9:56 am

 

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