Ovvero: come fare i bagagli e lasciarsi tutto alle spalle (di nuovo, ma stavolta per amore!) senza mai trovarsi a pensare d’aver fatto una cazzata

Monday, July 10, 2006

Il Mio Mondiale 2006


Nel 1982 io avevo 9 anni. Non vivevamo in Italia e quello che mi ricordo bene sono le grida entusiastiche dei miei genitori e degli altri italiani, gli abbracci, le bandiere, il regolamentare giro in macchina per le strade di quell'affascinante e meravigliosa città che è Dakar, con il clacson spinto fino all'esaurimento e i passanti che festeggiavano insieme a noi, come se ci conoscessimo.

Sono passati 24 anni. Non vivo in Italia e di questa serata mi ricorderò i minimi particolari. Le grida, gli abbracci, le bandiere, il regolamentare giro in macchina per le strade di Mannheim con il clacson spinto fino all'esaurimento - o alla sordità - e un fischietto che toglie il fiato e fà girare la testa. O forse è colpa della birra? Non lo so.
Prendo un po' d'aria fresca sulla faccia, mi sporgo fuori dal finestrino della macchina per riuscire a far sventolare meglio il tricolore. La gente che passa festeggia con noi come se ci conoscesse, la maggior parte di loro è italiana, ma ci sono anche tantissimi tedeschi (quelli sportivi, o che rosicano un po' meno!) che non ci negano un applauso o un grido di gioia o un sorriso.

La Wasserturm è illuminata da qualche fuoco artificiale, sicuramente avanzato - o previdentemente conservato - dall'ultimo capodanno. L'abbiamo raggiunta a piedi dopo aver lasciato la macchina a casa. La festa è grande e rumorosa. Si dormirà poco stanotte e domani c'è il lavoro, inclemente come tutti i lunedì. Ma si può davvero chiudere occhio, stanotte?
No, l'emozione è troppa, il cuore batte ancora forte. Alle 03.30 sono ancora in giro per casa che non so cosa fare.
Penso che mi piacerebbe essere a Roma, stanotte. Mi piacerebbe essere a casa a festeggiare. Domani telefono a tutti, voglio parlare con tutti, sapere cosa hanno fatto loro e che cosa ricorderanno di una notte come questa che sarà da raccontare!
Sperando che non sia fra altri 24 anni.

Epilogo del mio Mondiale 2006.
La gioia di aver vinto il Mondiale 2006 diventa entusiasmo se si vince contro l'arroganza di una Francia che, come da copione, ci dava già per secondi prima ancora che la gara iniziasse.
Peccato, poi, quella tremenda caduta di stile di un grande campione come Zidane che, anziché entrare nella storia del calcio con la corona in testa, ci entra insozzato di fango (diciamo fango!) fino al collo. Non importa se ingiustamente provocato, offeso o insultato. Mi dispiace, ma la classe, per me, non va mai sottovalutata e credo fermamente che il vero campione non si distingua solamente per il numero di reti segnate o nell'eleganza dei movimenti.
nella foto: festa alla Wasserturm. Due passanti con gigantesca Coppa del Mondo!

3 Comments:

Blogger Torino-Kiel said...

Emozioni stupende!

10/7/06 5:02 pm

 
Blogger pinklady said...

NON SONO MAI STATA TANTO TIFOSA DI CALCIO IN VITA MIA!!! anche perche' nell'82 avevo 1 anno, e non ricordo nulla... Roma era il secondo posto piu' bello dove festeggiare... dopo Berlino!!!!

10/7/06 5:43 pm

 
Anonymous Anonymous said...

http://www.febgia.com/italy.htm

12/7/06 3:09 pm

 

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